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Benessere organizzativo: conoscerlo per nuove opportunità professionali

Nel 1948 L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il concetto di salute come:

“lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un'assenza di malattia o d'infermità". Una descrizione che nel tempo ha subito un’evoluzione e un miglioramento andando a definire varie sfaccettature di un termine utilizzato, a volte, in modo troppo generico. Oggi è comune sentire parlare di benessere organizzativo. Lo stesso MIUR (Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha definito come: “la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno.” Una definizione che può essere applicata e accosta meglio al concetto attuale di lavoro-dipendenza-attività aziendali.


Benessere organizzativo e normativa di riferimento

Il benessere organizzativo, soprattutto negli ultimi anni, è diventato oggetto di particolari attenzioni. Diversi i riferimenti normativi che, nel corso del tempo, hanno posto l’accento sullo stato di benessere generale dei lavoratori all’interno delle imprese.


Con il Decreto Legislativo n°81/2008, ad esempio, l’Esecutivo ha introdotto l’obbligo di valutare i rischi stress del lavoro correlato. Nel 2009, con il D. Lgs n°150, hanno attribuito agli Organismi interni di Valutazione (OIV) il compito di condurre indagini sul benessere organizzativo. Successivamente, nel 2013, un nuovo decreto (3/2017) ha introdotto l’obbligo di pubblicare i risultati delle indagini condotte proprio su questo specifico argomento. Infine, arrivati al 2017, la Direttiva n°3 del Presidente del consiglio dei Ministri ha stilato una linea guida recante le regole generali per l’organizzazione del lavoro al fine di promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti.


Non è solo il mondo politico ad aver riconosciuto l’importanza di questa innovativa disciplina. Anche quello accademico e quello del lavoro si sono subito mobilitati per mettersi al pari con i tempi e introdurre corsi di Master Wellbeing Specialist e direttive che agevolassero questa nuova disciplina.


Benessere organizzativo: indagini e ricerche

Dal 2008 ciascuna pubblica amministrazione deve periodicamente compiere delle indagini per rilevare lo stato di benessere dei lavoratori. Si tratta d’indagini che hanno duplice scopo. Da una parte servono a effettuare una ricognizione dello stato di salute dell’Ente stesso, dall’altra sono utili per implementare interventi e attività volte al miglioramento del benessere dei lavoratori, con conseguente incremento della produttività.


Le prime indagini condotte sul benessere organizzativo si sono concentrate sui temi della sicurezza negli ambienti di lavoro e dello stress lavoro correlato.


Una delle prime indagini realizzate è quella risalente al 2013 e condotta dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). Durante questa analisi l’Ente ha predisposto un documento ad hoc per agevolare la realizzazione di successive indagini aventi come argomento proprio il benessere organizzativo e ha predisposto un modello di questionario specifico. Si tratta di un questionario che serve alle PA per determinare:


● le opinioni dei dipendenti sulla qualità della vita e delle relazioni in ambito lavorativo e sulle leve che possono agevolarle e migliorarle;

● il livello di condivisione del sistema adottato per la misurazione e valutazione delle varie performance lavorative;

● la percezione personale che ciascun lavoratore ha del proprio diretto superiore.


Le indagini hanno messo in evidenza che favorire il benessere delle persone e il loro coinvolgimento nel proprio lavoro, aiuta a vivere e lavorare meglio, aumentando le prestazioni.


Il benessere organizzativo come sbocco di lavoro

Il concetto di benessere organizzativo non è un mero pensiero filosofico o un semplice miglioramento aziendale da auspicare. Si tratta invece di una vera e propria opportunità. Se da una parte la nozione di “stare meglio” sul lavoro, aiuta a vivere con maggiore trasporto ed entusiasmo il proprio ruolo all’interno di un’azienda dall’altro contribuisce anche a creare posti di lavoro. Mai come questa epoca circondarsi di persone competenti che supportano al benessere personale e allo spirito di squadra è stato così importante per il successo di un'impresa.

Le figure che dovrebbero interessarsi di questa nuova ed entusiasmante prospettiva di lavoro sono molteplici. Dal laureato in scienze motorie, psicologia o economia, all’addetto all’area risorse umane di una qualunque azienda, fino a tutti quei soggetti che si occupano di comunicazione interna alle imprese. Si tratta di ruoli di primaria importanza per qualunque attività che voglia introdurre efficacemente il benessere organizzativo e il Wellbeing corporate all’interno della propria organizzazione.


Affinché l’inserimento in un’azienda di metodi e pratiche che apportino materialmente dei benefici ai lavoratori e, di conseguenza, al lavoro stesso, occorrono delle figure di riferimento preparate in quest’ottica dove nessun dettaglio è casuale. Il benessere non si improvvisa. È basato su una visione, una strategia e una cultura ben chiara: esecuzione efficiente e rinnovo dell’attenzione delle organizzazioni nel tempo per rispondere alle vere esigenze dei lavoratori. Tralasciando l’approccio eccessivamente pragmatico che il mondo del business può avere di questo concetto, il benessere organizzativo è una leva e una forza motrice che spinge avanti il lavoro e, contestualmente, ne crea di nuovo.

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